Roma, Italy, 2012
"Eredità non significa 'caricarsi' di contenuti dati, presupposti, ma ricercare il proprio stesso nome nell'interrogazione del passato." [Massimo Cacciari]
Il progetto è la ristrutturazione di un villino romano degli anni '40. E' stato un lavoro alla ricerca dell'equilibrio tra le forze della Memoria e quelle del Nuovo. Sul fondamento consapevole che l'Interno di una casa è un Luogo, che segue una sua storia; e che la suggerisce.
Qui si è cercato di evocare memorie di un passato abbandonato (i pavimenti in graniglia sono nella memoria collettiva se solo si pensa alla 'casa della nonna'...), senza alcun complesso rispetto alla necessità della esigenza del 'dover essere nuovi'. E' quindi stato un programmatico lavoro sul senso di quelle dimenticanze, sulle tracce 'possibili' di una loro rievocazione.
L'architettura del villino si basa su una tipologia che prevede un torrino scale che serve tre piani di abitazione.
Il torrino scale - protetto dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici -, era elemento caratteristico dell'architettura dei 'villini romani' a cui veniva demandato il ruolo rappresentativo della composizione architettonica; con un fare di carattere ancora ottocentesco, che demandava agli spazi di distribuzione un carattere che nelle architettura del Moderno era stato trasferito agli spazi dell'abitare, sebbene con altre modalità compositive.
Il torrino viene quindi trattato come lo spazio generatore di senso dell'intero intervento, pur dovendo lasciare inalterate le parti principali, quali le ringhiere e il marmo delle scale.
E' stato demandato a texture geometriche il decoro borghese di questo tipo di case, che avevano questa origine. Texture geometriche appositamente disegnate (parquet compreso) che hanno interessato i rivestimenti e le pavimentazioni.
E' pertanto la componente figurativa e di superficie l'oggetto della ricerca di senso che si è operata, nel tentativo di evocare una Memoria capace di inverare i valori del nostro presente.