Il "pathos" del necessario

Il contributo e l'eredità di Salvatore Bisogni

Pier Giuseppe Fedele | Martedì, 30 Luglio 2019

C’è la necessità di guardare frontalmente le opere di genio dell’architettura, i capolavori, di studiarle come si studia la matematica luminosa della Crocifissione di Piero della Francesca oppure la calcolata apertura dell’Infinito di Giacomo Leopardi, parola per parola; c’è il conseguente dovere di affrontare il combattimento con quei titani, con umiltà ma senza reverenza, mettendoli in discussione (per comprendere), con l’apertura critica necessaria per chi vuole risalire alle leggi dei fondamenti; ma è poi anche necessario avere le mani imbrattate di colori pastello da disegno, oppure di colla per plastici architettonici, per comprendere la vera misura (il métron dei greci) delle forme che si mettono in relazione tra loro, quando si fa un progetto. Si, perché un progetto non si redige né si compìla, ma si fa: non è mai stato così e mai lo sarà, nonostante l’oggi. E’ in quel fare – il facêre latino è sinonimo di compiere, agire, creare - che si (ri)trova il pensiero nascosto della cosa architettonica, il suo in sé, che ha visto Salvatore Bisogni impegnato tutta la vita; e che si trasferiva a noi allievi, in ogni occasione, attraverso il suo fare.
Questo è il Sapere di cui Salvatore Bisogni fu Maestro indimenticabile. Maestro dotato di quel pathos del Sapere che è motore delle forme più alte dell’astrazione. Anzi, meglio, di quel Pathos del Necessario, che è fondamento ineludibile per uno studente di architettura, ma anche di un architetto, come capitò a me, stando per qualche anno anche dopo la laurea all’interno del suo studio. Perché era da quei combattimenti coi titani dell’architettura, fondati su una analiticità senza compromessi, senza sconti, che ci si metteva alla ricerca del senso dei progetti, del loro fondamento Necessario.
Il risultato non era mai quello di giungere a delle conclusioni ma, come è auspicabile e come solo è possibile, di aprire alle grandi domande: ecco, i progetti erano occasione per s-velare le domande vere che riguardano l’Architettura, depurata da tutto quanto si attacca a essa nel corso della sua storia, a causa della Contingenza: fu sempre un fare spazio al Necessario dell’Architettura. E’ solo con un Maestro che si comincia a diventare qualcosa. Gli sarò sempre grato.

 (in 01 FAM Quaderni: Il contributo e l'eredità di Salvatore Bisogni, 2019)