Articolo per la rubrica "L'architettura dopo la Storia" per "il Quotidiano del Sud"
Nonostante gli ambienti domestici esposti nella V e nella VI Triennale di Milano - rispettivamente del 1933 e del 1936 – mostrassero la capacità di sintesi tra architettura ed elementi di arredo che il Razionalismo andava cercando lungo il suo percorso formale, gli interni italiani anche nel culmine della ricerca del moderno non hanno mai accettato la dittatura estetica dell’unità stilistica. Hanno cioè sempre conservato la necessità del racconto della vita come carattere sostanziale dello spazio abitativo. L’assolutismo della funzione, così come concepita dalle idee più estremiste del Razionalismo, ha sempre fatto i conti con la necessità di legare il nuovo al suo passato: la funzione porta, in sé, significati che la superano. Come nel caso dei ‘Paterni mobili’ di Alberto Savinio, scritto nel 1943, in cui la descrizione dei mobili manifesta simulacri materici della figura paterna - processo che Savinio percorrerà fino alla metamorfosi uomo-mobile di Poltrobabbo e Poltromammo del 1945 - il vero significato degli...
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